Le attività di trasporto e magazzino sono spesso interessate a processi di esternalizzazione (o outsourcing). Più complesso invece risulta l’ambito amministrativo e della pianificazione, sempre all’interno del settore logistico.
Nel campo dei trasporti la terziarizzazione riguarda per lo più i processi in entrata (inbound) e altre attività, come il trasporto internazionale o quello su strada. Per quanto concerne il magazzino invece, la tendenza è quella di esternalizzare principalmente in due modi: si sceglie di affidare le attività a un’impresa logistica in modo completo, quindi sia con forza lavoro che con gli spazi necessari. Oppure, un’altra opzione può essere quella di delegare un’azienda esterna solo in parte, facendo sì che essa metta a disposizione solamente il proprio personale e alcune volte anche i mezzi.
L’idea di esternalizzazione è in realtà piuttosto complessa da definire, proprio per le sue diverse sfaccettature. In generale, la tendenza è quella di intendere l’outsourcing principalmente in due modi. Il primo consiste nel terziarizzare attività semplici come il trasporto su strada, o anche il ricorso a cooperative esterne per quanto riguarda le operazioni di handling. Il secondo prevede una differente strategia, che includa anche le attività logistiche in maniera più completa andando a esternalizzare, ad esempio, sia il trasporto che lo stoccaggio.
Di solito in questo tipo di procedimento sono coinvolti operatori ai quali è possibile affidare ogni tipo di attività logistica, sia per quanto riguarda il trasporto e il magazzino sia per l’assistenza clienti o la gestione di possibili resi. Possono essere coinvolti anche operatori che gestiscono altre parti del lavoro, come l’ambito amministrativo e finanziario.
L’esternalizzazione ha sia vantaggi che svantaggi. I benefici di solito superano gli aspetti negativi e consistono in primo luogo in una riduzione dei costi, ma anche nella garanzia di un servizio più efficiente rivolto alla clientela e maggiore flessibilità. Il possibile svantaggio può essere un minor controllo delle attività logistiche in generale da parte del committente, difficoltà che però può essere superata grazie a un buon accordo con la società esterna.
Per ottenere un ottimo processo di outsourcing, è preferibile organizzare un piano preciso che si sviluppi in alcuni punti fondamentali. Anzitutto, occorre avere una visione che vada al di là del recupero immediato di alcuni costi di gestione per proiettarsi invece sul lungo termine. È utile anche valutare quale impatto può avere la terziarizzazione su diverse aree, come il lavoro del personale e l’impiego di tecnologie. Si deve inoltre mettere in campo un’attenta analisi dei rischi per decidere quali e quante attività esternalizzare, e a quanti fornitori rivolgersi. Anche essere favorevoli all’esternalizzazione da tutti i punti di vista è importante, e in tal senso la comunicazione aziendale diventa centrale per informare e sensibilizzare sul cambiamento a cui si va incontro. Tale cambiamento prevede necessariamente una fase transitoria che va valutata accuratamente, al fine di affrontare ogni passaggio nel modo più armonioso possibile.
Uno degli obbiettivi più importanti da raggiungere è far si che ogni soggetto coinvolto tragga dei vantaggi concreti dall’outsourcing e che il cambiamento porti dei benefici reali tanto alla ditta che esternalizza i processi, quanto al fornitore che presta i propri servizi.
Fonte: Logisticaefficiente.it