Il settore dei trasporti ha un impatto sempre più importante sull’economia nazionale. È quanto emerso dal convegno Conftrasporto-Confcommercio dedicato proprio a questa tematica, che si è svolto a Roma alla fine di gennaio 2023.

Stando ai dati, la maggior parte delle merci viene trasportata su gomma mentre una più bassa percentuale riguarda il trasporto marittimo sia per le importazioni che per le esportazioni.

L’ambito logistico e dei trasporti rappresenta, ad oggi, un grande potenziale per quanto concerne la crescita del nostro paese e suo sviluppo. Il carattere altamente aleatorio dei mercati e l’imposizione di sempre maggiori normative in tema di sostenibilità rendono più complicata la crescita del settore, che fa fatica a imporsi a livello di competitività. Inoltre, l’eccessiva burocrazia e i costi sempre più alti non aiutano.

Si rivela quindi importante concentrarsi su alcuni punti centrali del trasporto, in particolare su strada. Ad esempio basti pensare a come rendere sicuri e transitabili i passaggi montuosi e le gallerie, che rappresentano degli snodi fondamentali per il trasporto merci. È stimato infatti che nell’arco di un anno sul valico del Brennero viaggiano merci per un valore di circa 160 miliardi di euro, ovvero un terzo del passaggio totale di prodotti commerciali trasportati attraverso i passaggi alpini.

Uno dei problemi da affrontare è costituito dai divieti posti dall’Austria, per lo più arbitrari e in contrasto con il principio della libera circolazione in Europa. Tali limitazioni vengono giustificate con la motivazione del mancato rispetto delle soglie di emissioni di materiale inquinante ma poi, di fatto, vengono estese anche a mezzi all’avanguardia dal punto di vista ecologico.

Sebbene sia allo studio da tempo una soluzione che vede impiegati anche altri mezzi di trasporto, come ad esempio i treni, ciò appare di difficile realizzazione a causa delle particolarità del territorio. In tale situazione occorre fare appello al citato principio di libera circolazione della merce attraverso il territorio Europeo e ribadire quanto sia importante che esso venga rispettato. C’è da tener conto, inoltre, delle frequenti chiusure per manutenzione che portano a limitare o deviare la circolazione dei mezzi in maniera massiccia.

Altro argomento da affrontare è senza dubbio la crisi energetica. Buona parte dei costi di una azienda di trasporti sono infatti costituiti dal carburante necessario.

Non ci sono notizie rassicuranti per quanto riguarda le aziende che utilizzano fonti non rinnovabili. L’UE ha infatti previsto dei costi aggiuntivi, che sono stimati in circa 1.500 euro annui per un mezzo leggero alimentato a gasolio e 10.000 euro per un mezzo pesante della stessa tipologia.  Senza contare che la tassazione sul carburante per i trasporti è decisamente più onerosa rispetto ad altri settori. Tutto questo riduce la competitività delle aziende italiane, ragion per cui sul nostro territorio sono presenti sempre più aziende estere ormai da qualche anno.

C’è, infine, la questione burocratica che complica notevolmente la situazione. Questo perché l’eccessiva burocrazia ha reso quasi impossibile l’accesso a pacchetti di aiuti notevoli, che contribuirebbero ad alleggerire i costi che gravano sulle imprese di autotrasporto.

Fonte: logisticanews.it